L'occidente di fronte alla paura della guerra

 

La Russia ha attaccato l'Ucraina: iniziata l'operazione militare contro Kiev  - ilGiornale.it

 

Sono un filosofo. Significa che per mestiere rifletto su concetti, argomenti e situazioni che la moltitudine non considera pensieri plausibili. E mi rendo conto che la guerra in Ucraina ha colto tutti di sorpresa, producendo scalpore e paura.

Alla sensazione inverosimile che prova l’uomo comune atterrito dalle esplosioni in Ucraina, il mio pensiero torna alle immagini della primavera di Praga del ‘68, del putsch di Mosca, degli studenti schiacciati a Pechino. Inoltre, sul pianeta la guerra non è mai scomparsa e chi avesse voglia potrebbe andare sul sito www.acleddata.com e verificare la miriade di conflitti e violenze distribuiti sul pianeta.

La pace e il benessere dei quali l’occidente ha beneficiato si pensava fossero una conquista valida per sempre, non si immaginava fossero un risultato di attento cesello oppure, tale può sembrare alla luce degli eventi ucraini, frutto di fortuità e fortuna. Non siamo di fronte al suo spengleriano tramonto, ma l’occidente ha messo a nudo l’ipocrisia e l’impreparazione dei propri leader, capaci solo di costruire il consenso giocando con i social media, convinti illusoriamente che lo scontro tra civiltà – gli autoritarismi cinese, russo, islamico – si possa combattere a colpi di tweet.

Ulteriore errore della classe politica occidentale, la credenza che la ricchezza si potesse continuare ad accumulare grazie alla finanza, alla produzione dematerializzata, alla forza immaginifica dei brand, continuando a sottovalutare e dismettere l’economia reale, anzi, favorendo che le produzioni fossero dislocate in quei paesi considerati in via di industrializzazione, sottostimando che il controllo delle materie prime sia degli stati non capaci di prodotti ad alto coefficiente tecnologico. Con una metafora, potremmo dire che l’occidente ha concentrato la propria energia per costruire il suo frigorifero senza rendersi conto che necessitava di essere tenuto pieno – in primis con l’armonia tra i popoli.

Stamattina, con i carri armati nel centro di Kiev, ci siamo risvegliati con il fallimento dell’idea dell’internazionalismo liberista, ridimensionata la boria che si possa esportare la democrazia, con la certezza che il secolo breve sia più lungo che mai. Con la fine definitiva della globalizzazione.

La forza militare si è ripresentata nuovamente quale protagonista in quell’occidente che presumeva di averla se non demonizzata, almeno, trasferita altrove.

Alle ore 10.25 di Roma del 25 febbraio 2022, le sirene invitano i cittadini di Kiev a nascondersi negli scantinati e nelle metropolitane per salvarsi la vita.

Quella stessa sirena dovrebbe invitare noi occidentali a scendere in piazza per gridare banalmente alla pace e per offrire a tutti la consapevolezza di quali siano i veri valori da custodire; per ribadire quali siano le necessarie virtù in relazione al valore sociale del singolo; per restituire significato a ciò che davvero conta per custodire, accudire, conservare la vita – anche in senso strutturale. Un occidente che non fa studiare la storia neppure alla sua classe politica, che non esalta la cultura e gli umanismi, che riduce il ruolo dell’economia all’abilità degli affaristi, che arricchisce gli influencer e mortifica i lavoratori, che paga decine di migliaia di dollari il biglietto della finale NFL e cinquanta centesimi un chilo di farina. È quell'occidente che promuove il culto della persona, che esalta l’individualismo, che costruisce partiti nello scontro sul politically correct, schwa e lgbtq+, che grida scandalizzato per gli hate speech, che denuncia come atti di bullismo le litigate tra bambini salvo poi distribuire loro un paternalistico placet per i comportamenti illegali che avranno da adolescenti, derubricati a ragazzate, che fa della demeritocrazia la leva strutturale dell’ascensore sociale.

La sirena di Kiev ci comunica che è decisamente tramontato il mito col quale le generazioni del dopoguerra sono state educate, l’idea che tutto andrà verso il meglio per cui ci si possa concentrare per il futile.

Il terrore e il sangue versato dagli antenati non sono mai sufficiente obolo pagato per garantire il benessere dei posteri, poiché ogni generazione deve costruire cultura, moralità e lungimiranza quali presupposti per una società finalizzata al bene comune.

 

 * In foto: Kiev sotto attacco russo. www.ilgiornale.it

 

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